Così Macron sceglie il governo e prepara le elezioni
Attesa per il nome del primo ministro e della squadra di lavoro. Resta poi l'incognita delle legislative di giugno
Dopo la vittoria alle elezioni presidenziali, il lavoro più difficile per Emmanuel Macron arriva adesso.
Deve scegliere il primo ministro e formare il governo.
Poi dovrà affrontare le elezioni legislative dell'11 e 18 giugno (doppio turno). Da queste elezioni dipenderà la maggioranza parlamentare indispensabile per governare in modo compiuto.
Senza maggioranza parlamentare il presidente della Repubblica francese - pur dotato di grandi poteri - è fortemente limitato, non può fare le riforme ed è costretto a stare in equilibrio sui decreti, che però non portano lontano.
Il governo
In queste ore in Francia e in tutta Europa i media, gli osservatori politici e i cittadini aspettano la nomina del capo del governo da parte di Macron. Primo ministro che porterà il governo alle elezioni legislative e prenderà i primi provvedimenti e soprattutto darà l'impronta politica e di immagine al mandato del nuovo presidente.
Si fanno molti nomi, quasi tutti di personalità che dovrebbero segnare quel superamento delle categorie della politica tradizionale francese (destra gollista vs sinistra; socialisti vs repubblicani) che Macron ha detto dal primo giorno di voler abbandonare.
Per esempio François Bayrou (65 anni), centrista di MoDem e sindaco di Pau, ha aderito prestissimo al progetto politico di Macron.
Oppure Édouard Philippe, sindaco di LeHavre, collaboratore di Alain Juppé, repubblicano illuminato, fermato dalle primarie del partito nella sua candidatura all'Eliseo. Philippe sarebbe il ponte ideale per tenere il governo al centro dello schieramento politico e attirare ceti e ispirazioni centristi presenti sia nell'ex elettorato socialista sia in quello gollista.
Scelta simile, anche se proveniente da sinistra, quella di Gérard Collomb (69 anni) professore di lettere, sindaco e senatore socialista di Lione, vicino a Manuel Valls, quindi alla destra socialista, per così dire. Capace anche lui di attirare però i gollisti più europeisti e illuminati, alla Juppé.
Infine (anche se l'elenco delle ipotesi è assai più lungo) Richard Ferrand (54 anni) che è segretario generale di EnMarche! e con Macron dall'inizio dell'avventura. Non mancano però le ipotesi di una donna primo ministro, come Ségolene Royal, socialista, ministro nel governo di Hollande, ex candidata all'Eliseo e Sylvie Goulard, politologa eurodeputata.
Le elezioni legislative
Macron si è dimesso dalla guida di EnMarche!, il movimento da lui fondato per concorrere alle presidenziali meno di un anno fa. L'organizzazione politica ora si chiama "La République en marche", è guidata da Catherine Barbaroux e deve preoccuparsi di trovare candidati adeguati nei 577 collegi uninominali nei quali è divisa la Francia.
Macron e i suoi hanno puntato su nomi che siano indicatori del grande rinnovamento voluto dal nuovo presidente. Almeno la metà, secondo le promesse, saranno esordienti in politica e metà donne. Per ora si sono evidenziate alcune difficoltà nel compilare le liste dei candidati. E giovedì 11 maggio, i nomi consegnati da La République en marche per le candidature nei collegi erano solo 428.
Macron deve fare molta attenzione alle relazioni con i notabili gollisti e socialisti interlocutori-avversari alle legislative; ma deve prestare attenzione anche a quelli che invece vorrebbero unirsi a La République en marche", cosa che per esempio ha detto che farà Manuel Valls.
I sondaggi
I sondaggi per ora danno al movimento-partito di Macron il 24%, ai repubblicani il 22%, al Front National il 21%, a Mélenchon il 15%, ai socialisti il 9%.
A differenza dei sondaggi per le presidenziali qui le previsioni sono complicate dai collegi uninominali con il doppio turno: difficilissimo trasformare le percentuali di previsione delle intenzioni di voto su una possibile suddivisione dei seggi all'Assemblée Nationale.
(Questo articolo è stato pubblicato la prima volta il 9 maggio 2017 e aggiornato il 15 maggio 2017)