Macron Presidente francese: cosa deve fare ora, spiegato bene
Dovrà occuparsi di rilancio dell'Europa e del ruolo internazionale della Francia senza dimenticare la politica estera a partire dalla lotta alla Jihad
La Francia ha scelto Emmanuel Macron. Ha scelto di tornare all’altezza del proprio carisma.
Quando due settimane fa vinse il primo turno, a chi tra la folla gli rimproverava di celebrare nella blasonata brasserie La Rotonde, Macron rispose ad alta voce, per farsi sentire da tutti, di non accettare lezioni dal “petit milieu” parigino. È l’autobiografia dell’uomo in una riga.
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Sembrerebbe quasi un ossimoro paragonare il “piccolo mondo” alla grande capitale dell’orgoglio francese, e invece non potrebbe esserci rottura più netta con lo stile Sarkozy e i ritrovi eleganti (in Francia li chiamano “bling-bling”, alludendo alla bigiotteria) da Fouquet’s.
Perchè ha vinto
Gli elettori hanno premiato la candidatura più solida, la meno velleitaria. Perché se è vero che per molti la xenofobia latente del Front National era irricevibile, per la Francia borghese l’agenda economica era la vera priorità.
Giunti al momento decisivo, il solido curriculum dell’ENA, ma anche le esperienze più connotate come la consulenza per i Rothschild e la Commissione Attali, alla fine hanno premiato contro l’opzione Marine Le Pen, la figlia di papà che in vita sua si è limitata a ereditare, e poi monopolizzare, il partito di famiglia. È fuori di dubbio come Ségolène Royal, unica donna prima di MLP a correre al ballottaggio per l’Eliseo, avesse tutt’altro profilo.
Cosa farà ora Macron
La presa di distanza dal petit milieu è quindi programmatica e detterà, per forza di cose, l’agenda del 25° Presidente della Repubblica Francese. Senza uno slancio ambizioso il Paese non potrà gestire con profitto le macro sfide in attesa sul tavolo: rilancio dell’Europa e ruolo internazionale della Francia.
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Sul piano continentale nel rilancio dell’UE è implicita la rinascita francese, mentre in campo internazionale Macron farà bene a riconoscere e capitalizzare, ora che la campagna elettorale è finita, gli unici risultati significativi conseguiti da François Hollande: quelli oltremare.
L'importanza della politica estera
Negli ex domini coloniali la Francia mantiene infatti interessi strategici e il lascito di Hollande, pensiamo all’operazione Serval che ha pacificato (in armi) il Mali e alla stabilizzazione della Repubblica Centrafricana, non va disperso.
La lotta alla jihad parte da lontano, non solo dal vicino Belgio. Il Maghreb - sia quello esplosivo della transizione tunisina, sia quello anestetizzato delle recenti elezioni algerine - come tutta la fascia sub-sahariana francofona saranno dossier cruciali, tanto quanto il futuro asse franco-tedesco.
Perchè è importante la vittoria di Macron
La Francia viene da due delusioni consecutive: Nicolas Sarkozy (ricordiamo tutti quant’era seducente e trasversale la sua agenda ecologista?) non mantenne le aspettative e fallì la riconferma; mentre Hollande, giunto il suo turno, ha addirittura preferito non ricandidarsi al secondo mandato.
Macron, per anagrafe e curriculum, potrebbe finalmente dare ai francesi quel respiro, quel disegno di medio-lungo periodo che coincide con le ambizioni di una nazione alla quale le petit milieu va davvero stretto.